“Più che decreto dignità lo chiamerei decreto Di Maio. Un intervento che si è posto l’obiettivo di invertire la tendenza rispetto alla continua flessibilizzazione e deregolamentazione del mercato del lavoro, ponendo il tempo indeterminato come prevalente. Ma che non ha ottenuto il risultato. Come CGIL la nostra priorità in sede di contrattazione è puntare alla stabilizzazione.” E’, questa, in estrema sintesi, la valutazione politica sul decreto dignità di Tania Scacchetti, segretaria nazionale CGIL, intervenuta questa mattina al seminario dedicato ai delegati in Camera del Lavoro. Un evento molto partecipato, nonostante la coincidenza con il rientro dalle festività natalizie, che ha visto la presenza di oltre centocinquanta tra delegati e quadri sindacali. “Il decreto tende a ridurre il tempo determinato, da 36 mesi a 24 mesi massimo, ma introduce le causali in modo sbagliato, dal dodicesimo mese e non dalla attivazione del contratto- ha sottolineato la Scacchetti durante il suo intervento di chiusura dei lavoro- Il legislatore ha pensato che il decreto potesse sanare la situazione del lavoratori precari. Ma le aziende non stabilizzano i determinati per un decreto: l’offerta è più alta della domanda di lavoro, c’è stato un incremento dei lavoratori “usa e getta” e le aziende hanno stabilizzato solo i lavoratori ad alta professionalità. Inoltre, avrebbero potuto mettere mano alla questione dei licenziamenti, come promesso in campagna elettorale, e non l’hanno fatto, eludendo il tema del ripristino dell’articolo 18. Qui c’è una netta continuità con il passato. Mentre i dati sul lavoro, sulla situazione economica delle famiglie e la cronaca ci ricordano ogni giorno che il nostro Paese ha bisogno di lavoro buono con diritti e tutele, questo è un provvedimento che somma questioni molto differenti in modo disorganico, con interventi parziali che non porteranno benefici se non sostenuti da un intervento serio e generale di contrasto alla precarietà.”
Dopo i saluti del segretario generale della Camera del Lavoro Lara Ghiglione, il seminario ha visto il contributo di Luca Comiti, segreteria della Camera del Lavoro, che ha sottolineato come le parti sociali non siano state coinvolte nella stesura del decreto, e che il governo non abbia recepito le proposte del sindacato. “In una regione in cui il turismo è molto sviluppato come la Liguria- ha evidenziato Comiti- la reintroduzione dei voucher significa altro lavoro marginale e precario nel settore, e rende difficile da applicare il Patto per il Turismo che abbiamo siglato con la Regione. Altro che lavoro stabile: le associazioni datoriali stanno dando indicazione di licenziare i tempi determinati alla scadenza dei 12 mesi di contratto.” Altro intervento puntuale è stato quello di Roberto Canale, segretario provinciale del Nidil Cgil che, tra le altre cose, ha sottolineato: “Anche se esistono elementi positivi come il potenziamento dei centri per l’impiego, proprio la reintroduzione dei voucher penalizza i lavoratori a somministrazione, che già sconta un caos normativo. Anche qui, c’è il rischio che i datori di lavoro facciano cadere i contratti prima dei dodici mesi.”
Al termine della mattinata è stato distribuito a tutti i delegati un vademecum sulle nuove norme, realizzato dalla segreteria della Camera del Lavoro spezzina, da utilizzare sui posti di lavoro.