di Daniele Lombardo
Segretario Generale FP Cgil della Spezia
Il Covid19 ha messo a dura prova l’intero sistema dei Servizi Pubblici: da quello sanitario a quello delle Funzioni Statali (ad esempio INPS, Agenzia Entrate, Agenzia delle Dogane, Ministero della Salute, ecc.) fino ad arrivare agli Enti Locali. Tutto il Pubblico Impiego è stato travolto dalla impellente necessità di dare in tempi celerissimi feedback essenziali ai nuovi bisogni dei cittadini. Numeri impressionanti di ricoveri ed emergenze che hanno letteralmente travolto la Sanità, le procedure telematiche per poter erogare i servizi anche in modalità smart working, i provvedimenti che hanno attribuito all’INPS nuove ed ingenti funzioni, i controlli che delle forze dell’ordine e degli agenti di Polizia Locale. Solo per fare alcuni esempi. Un intero sistema di servizi pubblici si è dovuto adattare ad una situazione mai affrontata prima.
I lavoratori dei servizi pubblici che hanno risposto alla crisi con grande spirito di adattamento, abnegazione e orgoglio. Hanno dimostrato di essere quello che noi come CGIL chiamiamo “Valore Pubblico”: un patrimonio di competenza e di affidabilità a disposizione di tutti i cittadini, un bene comune prezioso. Basti pensare a medici, infermieri, OSS ed a tutti i lavoratori impegnati nella Sanità, a quelli impegnati nel settore dell’igiene ambientale, a tutti quelli impiegati negli Enti pubblici per i quali da anni denunciamo scarsezza di risorse umane ed economiche e che oggi, da soli, affrontano con i pochi mezzi a disposizione una sfida enorme.
Tutte le nostre rivendicazioni degli ultimi anni sulla necessità di assunzioni ed investimenti sul Pubblico Impiego oggi ci stanno drammaticamente dando ragione. I Servizi Pubblici sono al collasso e si reggono quasi esclusivamente sulla buona volontà e l’abnegazione dei lavoratori.Da anni denunciamo, ad esempio, la condizione disastrosa in cui versa la Sanità. Nel nostro territorio avevamo tre ospedali e oggi ne abbiamo due in pessime condizioni, strutturalmente inadeguati a fronteggiare le esigenze quotidiane dei cittadini, figuriamoci l’attuale emergenza. Dentro questa situazione di per sé drammatica se ne consuma da tempo un’altra legata all’incertezza lavorativa degli Operatori Socio Sanitari che stanno operando con serietà e grande impegno, benché nessuno abbia ancora dato loro una minima rassicurazione rispetto al futuro. Credo che, a questo punto, la loro assunzione sia anche un dovere morale.
Più volte abbiamo denunciato la carenza di personale di cui soffrono enti fondamentali come ad esempio l’Agenzia delle Entrate o l’INPS che alla Spezia è sotto organico di quasi il 40% e che ora, oltre ai servizi di routine, si trova a doverne erogare altri, molto attesi dalla fasce più colpite dall’emergenza, legati alla crisi (casse integrazioni, contributo dei 600 €., ecc.). Quando ci indigniamo di fronte al collasso del Portale INPS, perché non ci domandiamo come mai in questi anni non si sia mai investito sull’innovazione delle infrastrutture digitali e sulle nuove tecnologie a servizio del pubblico impiego, invece che puntare il dito su quanto sta accadendo ora, in una fase di emergenza senza precedenti?
E ancora, proviamo a pensare all’impegno straordinario che coinvolge la Polizia Locale, ogni giorno in campo ed esposta a rischi per effettuare controlli continui e garantire il rispetto delle restrizioni imposte dal Governo. Controlli che sono chiamati a fare anche gli Ispettori del Lavoro, ai quali non sono nemmeno state fornite le mascherine per poter operare in sicurezza.
Pensiamo poi ai Comuni, soprattutto quelli piccoli, che con i pochissimi dipendenti e i mezzi a disposizione si arrangiano per poter continuare ad erogare i servizi ai cittadini: da quelli ordinari ma essenziali come l’anagrafe e i servizi sociali, a quelli straordinari come l’erogazione dei buoni spesa, anche in questo caso rivolti alle fasce più deboli e maggiormente colpite dall’emergenza.
Pensiamo alle cooperative sociali cui sono affidati servizi pubblici delicatissimi come l’igiene ambientale, i servizi educativi comunali, la pulizia e l’assistenza negli ospedali e più in generale nelle strutture sanitarie. Sono tutte realtà di lavoratori che, con pochi diritti, stanno assolvendo doveri e compiti straordinari. Ringraziarli non è e non sarà sufficiente. Dovremo riconoscere loro piena dignità e diritti.
La crisi che sta affrontando il Sistema Paese è profonda e la ricostruzione non sarà né semplice né immediata. Per poter raccogliere i cocci avremo bisogno dell’apporto di tutti, anche e soprattutto dei lavoratori dei servizi pubblici che hanno dimostrato sul campo di essere spina dorsale indispensabile per il Paese. Dobbiamo necessariamente ripartire da un investimento serio sui servizi pubblici. Poco importa se da anni lo diciamo inascoltati, ciò che importa è che oggi lo si faccia davvero e che questo investimento abbia la stessa dignità e la stessa dimensione di quelli che si faranno in tutti gli altri settori del Paese.